Le seguenti dichiarazioni sono state tratte da varie
interviste rilasciate da Lucy Fleming negli ultimi anni, in particolare
per la rivista "TV Zone" e per il libro "The making of Terry Nation's
Survivors" di K.Marshall (1995).
D. Come ebbe la parte di Jenny Richards? Aveva lavorato già con
Terry Nation [l'ideatore della serie] o Terry Dudley [il produttore]?
R. No. In realtà non sono sicura su come andarono le cose. Il
mio agente mi disse che Terry Dudley voleva vedermi, ci andai e ottenni
la parte. Non so di preciso perché chiesero di vedermi ma ne
sono molto felice […]. Penso che Terry Dudley mi avesse visto in alcune
commedie televisive, dove avevo sempre ruoli di bambini. Giustamente
pensò che fosse giunto il momento per me di avere una parte
più matura. Fu la mia prima serie televisiva importante, sebbene
prima avessi fatto commedie e molti classici in tv ma non una serie
come questa. Per esempio nel 1967 feci un episodio di THE AVENGERS
scritto da Terry Nation!
D. Cosa pensa del modo in cui venivano viste le donne nel mondo
post-apocalittico de I SOPRAVVISSUTI?
R. Non so di preciso, in realtà non ci ho mai pensato! Non sono
affatto una femminista. Mi stufai un po' di essere sempre lasciata a
casa con i bambini ma poi mi diedero più cose da fare e fu
più divertente. Carolyn era senza dubbio al centro
dell'attenzione nella prima serie. Originariamente, avrei dovuto essere
uccisa nel nono episodio ["Law and Order"] ma fortunatamente la
risposta del pubblico al mio personaggio fu buona così decisero
di tenermi. Cercavamo sempre di cambiare il modo in cui venivano viste
le donne ma i tempi erano così stretti che non c'era mai tempo
di farlo. Non avevamo proprio il tempo di discutere di femminismo,
sebbene Ian avesse lavorato molto sulle sceneggiature e i registi lo
stessero ad ascoltare.
D. Ha qualche episodio preferito?
R. No, penso di no. Mi piacciono molto quelli iniziali. I primi sei,
immagino. Pensavo che quelle sceneggiature fossero veramente buone ed
era bello metterle in scena. Mi piaceva l'aspetto esplorativo della
serie, il modo in cui capovolgeva la civiltà […].
D. In una recente intervista per la rivista "TV Zone" , lei sembra
essere d'accordo con Ian McCulloch circa il declino nella
qualità delle sceneggiature dopo che Terry Nation non ebbe
più voce in capitolo nella serie. Quale era la sua opinione,
allora?
R. Ci accorgemmo che alcune storie, certamente nella seconda serie,
erano diventate una cosa del tipo "buoni e cattivi". Non esploravano
più la situazione. In ogni episodio sembrava esserci il cattivo
o il gruppo di cattivi. Questo è quello che pensammo; forse
eravamo troppo sensibili.
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D. I SOPRAVVISSUTI aveva tra i temi
portanti quello dell' autosufficienza, il che era molto di moda negli
anni '70 […]. Sarebbe difficile proporre oggi un tema del genere?
R. Non so. Ho il sospetto che sarebbe più difficile da fare
visto che non è un tema così di moda oggi, anche se le
questioni che furono sollevate allora sono probabilmente più
rilevanti oggi di quanto fossero venti anni fa.
D. Ci sono stati dei tentativi da parte di Ian McCulloch di resuscitare
la serie negli anni '90 […]. Pensa che ci sia ancora posto per una
versione aggiornata della serie?
R. Penso che sicuramente ci sia. Ovviamente, non com'era allora ma uno
potrebbe aggiornarla molto facilmente. Penso che l'idea fosse di
cominciare con le persone che erano rimaste nell'ultima serie e vedere
come se la stavano cavando ma secondo me sarebbe meglio cominciare una
serie completamente nuova. Non so, dipende da molte cose.
D. Sarebbe interessata a prender parte ad una nuova serie?
R. Dipenderebbe molto dalle sceneggiature ma certamente sarei
interessata a considerare la cosa. Fu molto popolare e ben presto
colpì l'immaginazione della gente. In quegli anni, i tassisti
erano soliti farmi domande del tipo "Perché avete fatto
questo?…Perché non avete fatto quello?". Sicuramente
suscitò molti interrogativi. |